sabato 3 novembre 2012

Come una volta

In questo ponte dei morti sono capitata in un ristorante meravoglioso, con un'atmosfera calda e vivace e dei piatti.... Di fianco a noi c'era una coppia di signori australiani che hanno fatto scaturire per l'ennesima volta la convinzione che in italia, il cibo è sensazionale. Se per noi, che bene o male siamo abituati a mangiare bene, quei piatti hanno fatto fare la ola alle papille gustative, chissà cos'hanno scaturito in quei due...sono giunta alla conclusione che la risposta era semplice e piuttosto estrema, o si sarebbero innamorati più di noi o non lo avrebbero apprezzati. Uno dei piatti che abbiamo assaggioto erano i fagottini di pere e formaggio, delicato, particolare...quindi ho rubato l'idea.

Come una volta la mattina ci si alzava presto, si anadava a fare la spesa e si preparava da mangiare così sta mattina ho fatto io, sveglia presto (alle 8 mia nonno avrebbe detto che proprio presto non era però, per essere sabato...) dritta al supermercato per riempire il frigo piangente e poi a casa a preparare la sfloglia. Senza tv, senza musica o altro di sottofondo ho preso il mio bel tagliere, la farina, le uova e....
Impastare è un lavoro di pazienza, calma, ti da modo di pensare, di inventare, di viaggiare con la mente. Avere silenzio intorno non è stata una scelta cercata ma l'ho apprezzato, mi ha permesso di concentrarmi su quelle uova, quel movimento, quel ripieno che andava sul fuoco. Così mentre l'impasto riposava ho tagliato tre pere e le ho fatte andare con un filo d'acqua, ne ho frullato una parte e poi le ho ripassate in padella con del gorgozola. E ora la parte più difficile, tirare la sfoglia.... Con tanta tanta pazienza ho tagliato i pezzettini e li ho chiusi uno ad uno aspettando che l'acqua fosse pronta per buttarceli dentro.

Sì è vero, ci vuole tempo per fare queste cose, e per noi che siamo molto spesso di corsa trovarlo non è facile però come tutte le cose, per ciò che riteniamo importante il tempo lo troviamo. E così, in un sabato mattina d'autunno, dopo aver copiato l'idea di un qualche signore/a della cucina di quel risporante, ho provato a riprodurre una delle cose che mi erano piaciute di più, si fa fatica è vero però poi si mangia con molta più soddisfazione, ed ogni tortello si porta dietro un pensiero, quello che stavi facendo mentre lo creavi...

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